FESTA MADONNA DEGLI AMMALATI  2° DOMENICA DI SETTEMBRE

Nel 1669 durante l’eruzione del vulcano Etna, la lava risparmiò una chiesetta posta poco fuori il centro urbano.

All’interno vi era custodito un affresco raffigurante la Madonna degli Ammalati con Gesù Bambino in braccio. L’antico centro urbano di Misterbianco fu, al contrario, raso al suolo.

Ogni anno, durante la seconda domenica di Settembre, i fedeli danno vita a una delle celebrazioni devozionali più belle, evocative e caratteristiche di Misterbianco.

La festa in onore di Maria Santissima degli Ammalati rievoca l’origine storica della città di Misterbianco.

La festa alterna momenti di grande fervore religioso a momenti di rievocazione storica riconducibili all’eruzione del vulcano Etna che nel 1669 distrusse l’antico borgo cittadino.

Le celebrazioni si susseguono per quattro giornate e iniziano il giovedì sera con il trasporto della campana, appartenente al vecchio centro abitato, che viene riportata in paese.

La campana reca la scritta in latino:

Huc passus aegri celerate: Maria salutem mentibus hic vestris corporibusque dabit

ossia

Indirizzate qui con sollecitudine i passi o ammalati: Maria darà salute alle vostre anime e ai vostri corpi”. 

Il venerdì mattina, prima dell’alba, la campana viene trasportata in processione dai fedeli al cosiddetto “chianu ‘e malati“ ossia il luogo in cui si erge il Santuario della Madonna degli Ammalati.

La domenica mattina, in maniera corale, la popolazione si riunisce per compiere il tradizionale pellegrinaggio, “viaggiu“, verso il piano dove si svolge un momento particolarmente suggestivo e tradizionale: la “cantata o’ chianu“, ossia un inno in onore della Vergine.

Disposti in grandi cerchi, fedeli e devoti cantano e ballano tenendosi per mano in una coreografia che procede in un movimento di avvicinamento e allontanamento tra di essi, mentre i membri del comitato organizzativo della festa si rendono promotori di una raccolta di offerte.

Alle ore 18:00 dello stesso giorno i festeggiamenti si trasferiscono nell’attuale centro urbano per la processione del “quadro“, opera del pittore catanese Giuseppe Barone che riproduce l’affresco del XVII secolo, raffigurante la Madonna con Bambino, San Giovanni e San Paolo, commissionato come ex voto dai misterbianchesi reduci della guerra in Africa orientale del 1937.

La cantata

Ai figli tuoi amorosi,

volgi pietoso il ciglio;

Maria d’ogni periglio.

Salvi saremo allora.

Vergin si bella e pura,

che Voi tutto volete,

che Voi tutto potete,

col vostro gran valor.

Or, via ricorriam sempre,

a questa gran Signora,

che tiene pronto ognora

il nostro bene a cuor;

indi, conforta il ciglio

fra i santi in paradiso.

Non più pensate a cosa fallace

or che vi dona l’eterna pace;

è questa Madre, o tribolati,

il gran sollievo dei malati.”

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“L’Italia senza la Sicilia, non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto. La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita”

Goethe

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